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L’Acquaforte

Sintesi Natura

 

La calcografia: nello specifico dell’acquaforte

 

Partendo dal presupposto che nella prima fase creativa l’idea è sovrana, nella seconda fase l’artista deve possedere e dominare la tecnica nella realizzazione dell’opera. Nello specifico dell’acquaforte, una tecnica complessa perché numerosi sono i passaggi prima di goderne il risultato, siamo soliti vedere segni più o meno marcati, semplici o intrecciati, tessuti sul piano incerato di zinco o rame mentre nel mio procedere nel graffiare la lastra si può notare che tutto nasce dal desiderio di ottenere attraverso i segni l’effetto atmosferico nella costruzione dei miei soggetti. Ci sono voluti anni di esperienza per arrivare oggi all’obiettivo sperato, traguardo sofferto che lascia l’osservatore, anche il più esperto, sorpreso da tale risultato. La lastra incerata e affumicata è sensibilissima alla pressione della punta metallica dell’ago e se l’effetto atmosferico esige l’asporto di impercettibili frammenti di cera, ci sono momenti in cui devo trattenere il respiro per non correre il rischio di vedere il formarsi di una chiazza lucida mettendo a nudo la lastra con la conseguenza di danneggiare il lavoro al momento dell’immersione nell’acido che avviene una sola volta. Da qui la definizione di “morsura unica”, perché i toni grigi e i neri sono preventivamente definiti con i miei segni come se pitturassi con l’ago per restituire l’immagine incisa specularmente con esiti di notevole effetto ( e attenzione … non sono acquetinte ….!).

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